Grazie Atac! …il senso era ironico…

Grazie Atac! …il senso era ovviamente ironico… ma dopo l’odissea di oggi pomeriggio, con cui ho toccato con mano l’inefficenza dei mezzi pubblici romani posso solo prenderla a ridere…

Per chi mi segue su Facebook, dopo le foto della “piscina romana ciclabile” devo raccontarvi il perchè io sia quasi diventato un cultore dello stile delfino da asfalto… :D
Le due foto di prima nascono grazie ai mezzi pubblici…
Dovevo andare a riprendere la macchina nei dintorni di piazza da Cavour, di norma da casa, a piedi, ci metto una mezz’ora.
Oggi pomeriggio, visto che mi era saltato un appuntamento e pioveva a secchiate mi sono detto: “Ma si dai mi passa il 913 o il 990 praticamente sotto casa, ne aspetto uno e scendo con quello… quanto dovrò aspettare, anche se fosse mezz’ora mi sono comunque risparmiato la camminata sotto la pioggia.
Partiamo dal presupposto che stando ad un vecchio biglietto che mi sono ritrovato nel portafoglio, datato 2012, io ero 6 anni che non prendevo un autobus a Roma, quindi probabilmente non mi ricordavo il perchè non l’avessi più fatto…
Scendo di casa e mi piazzo, sotto una pensilina, all’incrocio di due strade, ad egual distanza tra la fermata del 913 e del 990, il primo che fosse passato avrei preso…
Aspetta… aspetta… aspetta… aspetta… passavano i minuti… i 10 minuti… i 20 minuti… i 30 minuti… i 40 minuti!!! ma di autobus neanche l’ombra… ne 913, ne 990… nel frattempo si cominciava a formare un discreto capannello di gente ad entrambe le fermate…
Gente che sbuffa, gente che gioca al cellulare… osservarli da lontano, per chi come me ha lo sguardo osservatore del fotografo di default, è divertente, ognuno stempera il nervosismo per quell’attesa come può, quasi tutti però rimangono lì in attesa sotto la pioggia, sono pochi quelli che rinunciano e vanno a piedi…
Arrivati a 50 minuti di attesa finalmente si intravede in lontananza la sagoma di un 913, la gente si comincia a disporre più vicina al limite del marciapiede, non troppo però, al termine di esso c’è una bella pozzanghera grossa, che se viene presa in velocità da qualche macchina che precede l’autobus, sai che bagno!
Il 913 si avvicina, rallenta, non si riesce a vedere nulla all’interno, i finestrini sono totalmente appannati, si intravedono macchie scure di gente compressa sugli sportelli, si fema e le porte si aprono…
La scena ed il sonoro dei 5 minuti seguenti, sono degni del mitico Ragionier Ugo Fantozzi, e del suo autobus preso al volo………
L’autobus era ovviamente stracolmo, gente appesa alle porte che cerca di infilarsi dentro ignorando le urla di protesta di quelli all’interno già pressati abbastanza, urla da dentro l’autobus di gente che:
“Io devo scendere! mi dovete far passare!”
Gente che da pugni alla porta anteriore per farsi aprire, con il conducente che urla da dentro che è rotta e non può essere aperta…
Le porte di mezzo che sono un unico grosso muro di schiene di gente appesa con la forza della disperazione, e che non vede l’ora che le porte vengano richiuse per poter di nuovo appoggiarsi ad esse…
Piove… a dirotto… e la gente non vuole perdere questo autobus che potrebbe essere l’unico per chissà quanti minuti ancora sotto la pioggia…
…e poi ci sono io, che già vedendo i finestrini appannati e le macchie scure della gente schiacciata ad essi, neanche ci ho provato, ma sono rimasto li, sotto il mio ombrello, con il mio cappuccio alzato a guardare la scena… una specie di girone dantesco… che hanno fatto di male quelle povere persone per essere stipate in un carro bestiame?
L’autobus a fatica riesce a richiudere le porte, lasciando a terra parecchia gente imprecante, e si avvia lentamente… noto che è tutto sbilanciato sulla destra, il lato delle porte… la gente ovviamente è ammassata più da quel lato che dall’altro….
La pioggia ha rallentato, a quel punto decido di andare a piedi, di 990 nel frattempo neanche l’ombra… per curiosità mi faccio a piedi il percorso che avrei fatto se avessi preso uno dei due autobus… me lo faccio tutto, 32 minuti di orologio a piedi… non mi ha superato nessun autobus, se fossi rimasto ad aspettare avrei atteso 32 minuti in più…
Dicono che voglio chiudere Roma alle auto, dicono che vogliono limitare l’uso dei mezzi privati, voglio mettere degli ecopass per farci pagare per entrare in quello che è definito l'”anello ferroviario”sapete, l’anello ferroviario interseca il tratto di strada che avrei dovuto fare io da casa mia a Piazza Cavour… io sono circa 1/200 metri fuori da esso, forse meno, quindi se lo chiudono o se lo mettono a pagamento, io dovrò entrare o a piedi, come ho fatto oggi, o con l’autobus… ma quale autobus? quello che ho visto oggi? No grazie…
Uno dei signori di una certa età che oggi pomeriggio non è riuscito a salire sull’autobus ha fatto una battuta, che dal suo tono dubito che fosse propriamente tale:
“Ecco è la solità storia… sapete per cosa sta Atac?? Per ataccateve ar…. se volete pijà i mezzi!!!!”
Come dargli torto…

Pubblicato da Luigi

Fotografo professionista di Roma, mi occupo di vari settori, dallo spettacolo, allo sport, al reportage, ai viaggi... Emotivo, sentimentale, ma anche pragmatico... Sono uno curioso e sempre alla ricerva di nuovi stimoli Per informazioni [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate »
error: I contenuti sono coperti da Copyright si prega di contattare Amministratore
Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.